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Chi siamo

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Il comitato "No Cava Pianezze" nasce spontaneamente il 19 dicembre 2024, in occasione della presentazione pubblica del progetto di ampliamento della cava da parte della ditta Trentin Ghiaia s.r.l., presso FABER BOX a Schio (VI).

Siamo cittadini preoccupati per le conseguenze che tale ampliamento potrebbe avere sul nostro territorio, rischiando di comprometterlo in modo irreparabile. Inoltre, temiamo che questa operazione possa creare un pericoloso precedente, aprendo la strada a ulteriori interventi che potrebbero coinvolgere Schio e i comuni limitrofi, dove il PATI (Piano di Assetto del Territorio Intercomunale) individua già diverse aree destinate a cava.

Il nostro obiettivo è preservare l’ambiente e la qualità della vita, opponendoci a interventi che rispondono esclusivamente a meri interessi economici, senza considerare l’impatto sulla comunità e sul territorio.

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La situazione della Cava attuale

La cava si trova nel territorio collinare del comune di Schio (VI), in Sottozona E 3/c, un'area caratterizzata da una scarsa vocazione agricola ma con elementi di rilevante interesse paesaggistico. L'attività estrattiva è stata autorizzata per la prima volta nel 1993 e ha subito diversi rinnovi fino alla scadenza dell'ultima autorizzazione, avvenuta il 21 dicembre 2024.

Nel corso del 2023, sono state segnalate irregolarità legate all'impatto acustico ambientale causato dall'attuale gestione della cava. Le lavorazioni generano un notevole disturbo per le abitazioni che si affacciano sulla Valle del Covolo, con possibili conseguenze anche a livello idrogeologico. Le problematiche legate al disagio psicofisico della popolazione sono state ufficialmente denunciate all'Ufficio Ambiente del Comune di Schio e alla Polizia Locale il 25 luglio 2023, nonché all'Ufficio Ambiente della Regione Veneto il 21 agosto 2023. A supporto di tali segnalazioni, sono state effettuate misurazioni fonometriche certificate, trasmesse il 6 settembre 2023.

Non esistono studi che dimostrino l'impatto sismico e acustico derivante dall'uso delle mine nell'area di cava. Inoltre, non è stato minimamente considerato il danno ecologico che le attività estrattive potrebbero arrecare alla fauna e alla flora locali: l'area interessata, di circa 20.000 mq, costituisce un habitat importante che rischia di essere compromesso a vantaggio di un interesse privato.

Dopo l'ingresso della nuova proprietà e la ripresa delle attività, si sono verificati numerosi dissesti idrogeologici nella valle, eventi mai registrati in precedenza. A ciò si aggiunge il mancato completamento dei lavori di ripristino ambientale, la cui scadenza era fissata per il 31 dicembre 2024.

L'impatto della cava si riflette anche sulla viabilità: il passaggio dei camion ha alterato il letto del torrente Covolo, mentre le infrastrutture stradali di accesso all'area non risultano adeguate per sostenere il traffico giornaliero di otto camion previsto nella richiesta di ampliamento. Inoltre, il fronte inferiore della cava presenta una serie di manufatti posticci in materiale ferroso, parzialmente ricoperti da terreno, che danno all'area l'aspetto di una discarica abusiva.

Infine, l'impresa Trentin Ghiaia s.r.l., attuale gestore dell'area, non risulta proprietaria dei terreni, bensì titolare di soli preliminari di compravendita, il che solleva ulteriori interrogativi sulla legittimità e sulla continuità delle attività estrattive nel sito.

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Contatti

Per un contatto diretto, per maggiori informazioni o supportare la nostra causa ecco i contatti

329 5441263

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